Lorenzo Giustiani, viaggiatore erudito del XVIII secolo, descrisse così la città vecchia:
« Questa città tiene 4 porte, una è detta porta di mare, la seconda è detta porta del ponte, da un antico ponte, in cui vi si
vede un pezzo di artiglieria; la terza porta di Cimalonga, in cui vi è una torre che serve oggi da carcere e la quarta porta del
forte. Nella sommità si vede il suo antico castello quasi diruto coi suoi baluardi e fossi e vi è un pezzo di artiglieria che i
vecchi del paese si ricordano diesservene stati molti. Pochi passi lungi dalla porta di mare, verso settentrione, alla sommità di
una deliziosa collina, si vede un'antichissima torre detta di giuda, che dovea servire di specola al suddetto castello. »
(Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico del Regno di Napoli, Napoli 1802.)
Nel settecento la città aveva solo una piccola frazione, San Nicola (oggi San Nicola Arcella), poiché nel secolo precedente Santa Domenica (oggi
Santa Domenica Talao) si era emancipata. Buoni erano i commerci e le produzioni:
« Tiene un comodo e sicuro porto per le barche da carico e sul fianco sinistro evvi una torre edificata in una penisoletta ai tempi di Carlo V
con tre pezzi di cannoni, alla cui custodiason alcuni soldati invalidi con il loro
alfiere. Al lato destro di esso porto vi sono poi molti scogli che si estendono per piùdi tre miglia e sonovi delle grotte da passo in passo,
e tra queste una è chiamata la grotta della pecora nella quale sono annidati molti colombi selvaggi. Il suo territorio confina verso oriente con
quello di Papasidero, dal nord con quello di Aieta e da sud con quello di Abatemarco ed Ursomarzo. Al lato destro della città vi passa un ruscelletto
che quasi lambisce la porta di mare. Tiene un lago detto il Pantano, di quasi un miglio di circuito e finalmentenei confini a distanza di tre miglia
tiene un altro fiume chiamato della Scalea, che ha la sua origine da Laino, il quale raccoglie molte acque in tempo di pioggia, e sebbene ricorre molto
profitto per la coltura di esso territorio, irrigandone dei cittadini i loro fondi, pure alle volte vi cagiona del dannocolle sue inondazioni. Produce in abbondanza grano,
grano d'india, legumi ed ogni sorta di frutti ed ottimi vini. I melloni di pane e di acqua vi riescono assai buoni ed anche le cipolle che èin gran capo di commercio con
i paesi vicini. I fichi e le uve zibibi sono pureeccellenti che poi secche ne fanno un gran smaltimento con i Genovesi, Livornesi ed anche cogli inglesi, venendoli
a caricare o nel porto di S. Nicola, territorio di essa città o sull'isola Dino di Aieta. Il suddetto Pantano e il fiume, detto di Scalea, danno delle anguille
e deicefali agli abitatori; ma il mare è quello che somministra loro gran quantità dipesci e frutti di mare che raccogliono dalla suddivisata scogliera.
Non vi
sono boschi, essendo stati resi tutti a coltura e soltanto vicino al fiumevi è una selva detta "I salici" che gli fa fronte, trattenendo le acque che non sboccassero
nei territori in tempo di abbondanti piogge. Vi è caccia di lepri, volpi e lupi, specialmente in luogo che chiamano Vannefora, e non vi mancano gli uccelli soprattutto
nel suddivisato lago intempo d'inverno e per le campagne delle beccacce, starne, ecc… Vi è una regia dogana col suo cassiere, libro all'incontro, credenziere e vice-segretario.
Tiene un casale detto San Nicola Arcella, la cui popolazione unita a quella della nostra Scalea ascende a tremila individui. »
(Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico del Regno di Napoli, Napoli 1802.)
Durante la seconda guerra mondiale fu bombardata. Dagli anni 60' le poche case che costituiscono l'attuale centro storico vennero progressivamente abbandonate e gli abitanti
iniziarono a costruire edifici nuovi occupando la zona a sud del nucleo originario e tale processo proseguì fino agli anni 90' quando assunse l'attuale fisionomia.
A partire dal nuovo millennio venne costruito l'aeroporto (ancora poco utilizzato) e la piscina comunale che è entrata in funzione nel mese di settembre 2012.
Attualmente è in progetto la realizzazione di un porto che stando agli attuali progetti dovrebbe sfruttare parte dello spazio antistante la Torre Talao. L'economia
attuale di Scalea è principalmente basato sul turismo estivo quando la popolazione addirittura triplica.
I ruderi del Castello Normanno
La parte alta di Scalea antica (centro storico) è dominata dai ruderi del Castello Normanno del XI° secolo, che fu costruito dai Normanni laddove sorgeva una rocca longobarda .Nel 1250 vi nacque Ruggiero di Loria che divenne grande ammiraglio della flotta angioina e aragonese; le sue gesta e la sua spiccata personalità colpirono anche la fantasia del Boccaccio che nel Decamerone, ricorda la sua figura e il suo paese natio. Il Castello per anni, fu dimora di molti feudatari, tra cui Guglielmo d’Altavilla. Alla fine del XVIII° secolo fu abbandonato e ben presto andò in rovina. Del Castello, ricostruito in epoca Angioina e Aragonese, avanzano i ruderi delle torrette, dei baluardi e del maschio centrale.