Guardia Piemontese

Storia

I Valdesi
Il movimento valdese, al pari di altri movimenti di rinnovamento cristiano, nasce come tentativo di riportare la Chiesa di Roma, corrotta dal potere e nei costumi, agli ideali evangelici e all’insegnamento di Gesù. Questo movimento fu fondato in Francia, a Lione, nel 1174 ad opera di un ricco mercante, Valdès o Valdo (poi chiamato Pietro Valdo), il quale utilizzò una parte delle sue ricchezze per far tradurre le Sacre Scritture in lingua volgare. I valdesi incominciarono a predicare gli insegnamenti di Cristo in tutta la Francia meridionale denunciando il degrado della Chiesa e la sua immoralità fino a quando non furono condannati come eretici nel Concilio di Verona (1184), condanna che divenne definitiva nel IV Concilio Lateranense del 1215. Dopo la scomunica, i loro seguaci si diffusero in Italia settentrionale e da lì si estesero in Austria e in Germania dove il movimento anticipò, più di ogni altro, aspetti che in seguito avrebbero caratterizzato la Riforma protestante del XVI secolo.

GUARDIA PIEMONTESE
Non si sa quando i valdesi giunsero in Calabria, né se ne conoscono con precisione i motivi. Secondo alcuni studiosi, essi, vi giunsero attorno al XIII secolo spinti dall’esigenza di sfuggire alle persecuzioni in atto nelle valli piemontesi; secondo altri, ed è questa l’ipotesi più accreditata, il loro arrivo è da datarsi nella prima metà del XIV secolo a causa della mancanza di occupazione determinata dalla sovrappopolazione delle Valli.

In Calabria i valdesi trovarono terre molto fertili: essendovi colline e pianure ornati da ogni sorta di alberi fruttiferi, come noci, castagne, ulivi, melangole ecc. e di terreni atti a ricevere ogni sorta di sementi, fecero colà convenzioni che pagando un tributo dei terreni che possiederebbero, potessero abitare a parte e fra loro costituire una comunità o più, e stabilire regolatori, con facoltà di imporre tagli e di esigerle senza essere obbligati di prenderne altra permissione nè renderne conto alcuna, eccetto fra di loro. (Giglio, “Istoire des èglises rèformèes autresfois applèes vaudoises“, Ginevra, 1644).

Di tutto ciò le genti delle Valli ottennero regolare “istrumento” confermato dal Re di Napoli Ferdinando di Aragona. I valdesi, oltre che a Guardia Piemontese (allora chiamata La Guardia), si insediarono in altre località della attuale provincia di Cosenza tra le quali occorre ricordare: Montalto Uffugo, Vaccarizzo, San Vincenzo La Costa e San Sisto dei Valdesi. Fra tutti questi insediamenti, Guardia Piemontese è attualmente, e da moltissimo tempo, l’unico posto in cui si è conservata l’antica lingua occitana e, fino a non molto tempo fa, anche l’uso del costume tradizionale. Il luogo fu scelto probabilmente per la sua posizione elevata (circa 514 metri sul livello del mare) e fu cinto da mura a scopo difensivo, inglobando l’antica torre d’avvistamento realizzata (assieme a molte altre sparse lungo la costa tirrenica) tra XI e il XII secolo per segnalare in anticipo le incursioni di pirati e saraceni.

Nella estrema parte d’Italia, dove la gran catena degli Appennini rasenta le tepide onde del Tirreno, ai piedi dell’Alpe che ha nome la Cresta del Bitonto, fra il rivo dei Vani a borea ed il rivo della Scala ad austro, nel territorio già, negli antichissimi tempi, della repubblica Turina ed ora della provincia della Calabria citeriore, circondario di Paola, mandamento di Cetraro, sorge su una montagnuola un paesuccio, che, giusta l’anagrafe data dalla statistica amministrativa del 1861, contava 1517 abitanti dediti alle pacifiche cure dei campi ed in special modo alla cultura dei bachi da seta, Alpestre ne è il territorio, però bene vi allignano la vite, il fico, l’olivo, il gelso ed i cereali, ma ciò che fa meglio conosciuto questo paese si è una sorgente termale di antica celebrità, le cui acque sono un potente rimedio contro le affezioni nervose da cui trasse il nome il vicino paese di Fuscaldo (Fons Calidus). Esso Comune ha nome Guardia, e la favella dei suoi abitanti è diversa da quella dei Comuni circonvicini, come è diversa la foggia di vestire delle donne, non che alcune costumenze rurali.

Terme di Guardia Piemontese

Breve storia delle Terme Luigiane

Le Terme Luigiane sono la più antica e conosciuta stazione di cura della CALABRIA. Sorgono nell'ampia vallata del fiume Bagni, ricchissima di boschi ma distante soltanto poco più di un chilometro dal mare. La fama del potere curativo delle acque sulfuree di Guardia si perde nei secoli: furono citate persino da Plinio il Vecchio. Il primo documento che testimonia l'uso terapeutico di queste acque è una lettera del 1446, firmata di San Francesco da Paola. Nel 1571, il Barrio, ripreso nel 1601 dal Marafioti, narrando delle nozze tra Roberto il Guiscardo e Sikelgaita dei Principi di Salerno, indicava le "acquae putidae" delle Terme Luigiane come confine dei latifondi dotali. Nel 1703 l'abate Pacichelli scriveva di Guardia: "celebra i suoi bagni in colle eminente quattro miglia entro Terra, già abitata da popoli settentrionali..." Seguirono nel XVIII sec. scritti di Aceti, Fiore, Alfano, Giannone, fino a che nel 1850 il medico napoletano Giovanni Pagano dava alle stampe il suo "Trattato sulle acque termominerali luigiane di guardia lombarda". E' il primo studio scientifico sulle acque sulfuree delle Terme Luigiane, che riporta le analisi fisico-chimiche delle acque e ne illustra le proprietà terapeutiche. Il Pagano fregiò del nome "Luigiane" le nostre Terme, in onore del Principe Luigi Carlo di Borbone per il patrocinio ricevuto. Da allora l'attenzione della Scienza per le Terme Luigiane è costante. Illustri medici come Gauthier, De Voto, Porlezza, Talenti, Messini, Frugoni ne hanno attestato l'eccezionale efficacia terapeutica, riportata in numerosi trattati e testi universitari.

Nella storia delle Terme Luigiane meritano un cenno lo sviluppo delle strutture termali dall'800 ad oggi, le grandi alluvioni, la specificità etnica della Comunità Valdese di Guardia Piemontese. Nel 1842 la consistenza immobiliare delle Terme e il relativo "comfort" furono propagandati con un manifesto che a pena di rivalsa"...ove i promessi vantaggi si trovassero fallaci...", offriva "...oltre i soliti casamenti ben condizionati, parecchie baracche di legno, ...delle apposite botteghe, ...un decente caffè..., e per...coloro i quali vi si vorranno conferire per via di mare, ...una strada agevole e piana, non maggiore di un quarto di miglio, che dal lido mena allo Stabilimento, ..." . Ma già nel 1867 le prime alluvioni della Fiumara dei Bagni e poi, nel 1903, quella disastrosa del torrente Callio, e fra queste il terremoto del 6 ottobre 1870, chiusero un'epoca per dar vita, dopo circa trent'anni di oblio, alla rinascita delle Terme Luigiane.








Cosa vedere

GUARDIA PIEMONTESE ISOLA LINGUISTICA OCCITANA DI ORIGINE VALDESE
ITINERARIO STORICO – CULTURALE

PORTA DEL SANGUE
Porta principale d’ingresso il cui nome ci rimanda immediatamente ai giorni bui della repressione. L’innocente sangue dei Valdesi uccisi in loco, nella tragica notte del 05 giugno 1561 dal castello si riversò nelle viuzze, fino ad oltrepassare la porta principale d’ingresso che dal 1561 venne chiamata “LA PORTA DEL SANGUE”. “E’ composta prevalentemente da ciotoli di diversa grandezza, frammenti di laterizio e di pietre rozzamente squadrate legate con malta di diverso spessore.
CENTRO DI CULTURA GIOVAN LUIGI PASCALE
Il centro può essere considerato un “Museo” o meglio un punto di documentazione e raccolta della storia dei Valdesi in Calabria e in particolare a Guardia Piemontese. La sala del pianterreno ospita la biblioteca valdese. I visitatori inoltre possono visionare alcuni video sulla stoia dell’eccidio dei Valdesi di Calabria e a Guardia. La sala del piano superiore raccoglie una serie di panelli raffiguranti la documentazione sul Valdismo in particolare in Calabria e a Guardia. Nell’altro piano superiore è stata ricostruita un’antica cucina, arredata da antichi utensili e vari oggetti. Il centro venne inaugurato nell’anno 1983 in occasione del gemellaggio tra Guardia Piemontese e Torre Pellice su iniziativa della Chiesa Valdese quale testimonianza del ruolo che ebbe nella storia di questo centro, considerato l’ultima colonia valdese in Calabria. Per visitare il centro e per altre informazioni rivolgersi alla Chiesa Evangelica di Dipignano (Cosenza) al numero: 0984/621490.
MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA
Situato nel centro storico di Guardia Piemontese è allestito in una vetusta casa e rappresenta la casa simbolo dell’antica Guardia Piemontese. Inaugurato nell’agosto 1989. E’ composto da cinque stanze arredate tutte con antichi mobili, con vari oggetti, ed utensili da lavoro di fattura artigianale. Ogni oggetto è scritto in “lingua Occitana”. Si parte visitando l’antica camera da letto, la cucina, la sala espositiva, la soffitta ed infine la stalla con la cantina. Nella sala espositiva si possono ammirare i due Costumi di Guardia Piemontese quello da sposa chiamato “DOURNE” e l’altro giornaliero chiamato “TRAMOUNTANE” e il costume di Torre Pellice (TO) cittadina gemellata con Guardia Piemontese, offerto al museo dai coniugi Archilet di Torre Pellice (TO). Apertura: da luglio a settembre tutti i pomeriggi dalle ore 17,30 alle ore 20,30. Per gli altri mesi e orari diversi rivolgersi alla Responsabile: Anna VISCA Tel. 0982/94663 Casa Tel. 0982/94046 Municipio da lunedì a venerdì dalle ore 08,00 alle ore 12,30.
CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO
Dedicata al Patrono di Guardia Piemontese S. Andrea Apostolo. Interessante da vedere è il portale di tufo sormontato dallo stemma di Guardia Piemontese “La Torre”.
ROCCIA DI VAL PELLICE
Posta nella Piazza Chiesa Valdese così denominata perché ivi anticamente sorgeva il tempio Valdese. Lastrone di roccia alpina collocata a specchio su una base di cemento armato. Fu portata dai monti di Torre Pellice (TO) nel 1975. Vi è incisa una scritta molto significativa per il popolo guardiolo tratta dal verso del Profeta Isaia (51,1) “CONSIDERATE LA ROCCIA DA CUI FOSTE TRATTI”
PORTA CON SPIONCINO
Antica porta munita di “spioncino” apribile solo dalla parte esterna, imposto dall’Inquisizione dopo la strage del 05 giugno 1561. Lo “spioncino” consentiva ai frati domenicani giunti a Guardia Piemontese nel XVII sec. di controllare costantemente la vita pubblica e privata degli ex eretici scampati al massacro e convertiti con la forza al cattolicesimo.
PORTALE PALAZZO SPINELLI
Antica residenza estiva del Marchese Salvatore Spinelli, feudatario di Fuscaldo alla cui giurisdizione apparteneva il territorio di Guardia. Oggi rimane soltanto il portale e in alto e raffigurato lo stemma della famiglia Spinelli un cigno sormontato da una corona.
TORRE DI GUARDIA
Risalente intorno all’anno 1000 circa. Come tutte le torri ubicate sui promontori della costa aveva la funzione di segnalare l’eventuale presenza di navi saracene, che in quel periodo infestavano il Mediterraneo. Anticamente era un castello che oggi conserva solo le mura di cinta. Si conserva, invece, maestosa l’antica Torre monumentale con diverse feritoie. Si entra in essa, superato il cancello d’ingresso del castello da una porta dalla parte interna.Si osserva nell’entrare un vuoto cupo e maestoso che va dal basso alla cupola a volta per oltre 30 metri di altezza; ma essa doveva contenere, a desumersi da squarci di ballatoio soprastanti, due piani: il primo di sotto come guarnigione della soldataglia, il secondo come asilo della truppa operante attraverso le feritoie che dominano, il sottostante paese, le valli ed il mare. Sopra la cupola, intorno ai merli, doveva accedersi da una scaletta esterna al monumento di cui si notano ancora i ruderi. Forse lì sopra vi era il comando di vedetta. A fianco della torre vi sono pezzi di mura quasi a volta che fanno pensare, come in effetti doveva essere, ad una piccola chiesuola, tanto più che ad un arco di essa, sul muro diruto, si denota uno squarcio di pittura su un fondo bianco. Il castello è ora rappresentato da una larga spianata in centro alla quale vi si trova una botola ad imbuto che scende giù, con larghezza d’uomo, in un sotterraneo largo ed a volte che va in altezza ed in larghezza quanto il muro di cinta del castello, entro il quale muro, per gusto di scoprire l’ignoto, fu da un cittadino di Guardia aperta una breccia che conduce al sotterraneo. Il Castello non doveva essere molto alto, ma certamente comprendeva due piani: il primo adibito a carcere e magazzini, il secondo in parte ad uffici giurisdizionali del Marchese ed in parte a quartieri nobili. I quattro lati estremi del castello dovevano contenere corpi di fabbrica adibiti ciascuno ad uno scopo come a guardianeria, a quartiere di ricevimento, a quartiere di comando militare ecc……. Tutti i quattro lati del castello dovevano contenere infine le feritoie e gli spalti. (1) 1. DOTT. RINALDO PIETRANTONIO, Cosa è questa Guardia Piemontese Terme? Studio storico propagandistico scientifico sulle Terme Luigiane e su Guardia Piemontese, Editrice Cronaca di Calabria Cosenza.
PORTA CARROUGE
Piccola porta secondaria d’accesso dell’antico sistema murario di Guardia Piemontese. Nella foto una ragazza in Costume alla Porta “Carrouge”
CHIESA DEL SS.ROSARIO EX CONVENTO DEI DOMENICANI
Fondato dai domenicani nel 1600 e consacrato nel 1616. Di notevole pregio artistico è l’antico coro ligneo scolpito a mano alla metà del XVII sec. Composto da 33 scanni divisi in due ordini di posti: 21 superiormente e 12 più in basso. I pannelli meravigliosamente scolpiti sono divisi da alte colonne. I braccioli degli scanni rappresentano figure femminili. Alle spalle dell’altare si trova la tomba di Mario SPINELLI che si presume sia figlio o nipote di Salvatore SPINELLI, morto nel 1636. Le mura sono abbellite da tipiche e antiche tele su cornici artistiche presumibilmente di epoca del secolo XVI e da colossali e vivaci affreschi. Attualmente in restauro.
BASSORILIEVO
Opera dello scultore Giuseppe Tarantino. Offerto al comune di Guardia Piemontese dalla Regione Piemonte su richiesta del Presidente dell’Associazione Piemontesi nel mondo di Pinerolo (TO) Dr. Michele Colombino. Rappresenta la storia dell’emigrazione piemontese ma anche di quella calabrese. Inaugurato il 17 luglio 2000 rappresenta per il popolo guardiolo la continuità delle proprie radici che lo legano al Piemonte.
STATUA PADRE PIO
Tutti i testi e le foto sopra riportati sono di Anna Visca Operatrice Culturale e Responsabile “Museo della Civiltà Contadina”. Orario Apertura: da luglio a settembre tutti i pomeriggi dalle ore 17,30 alle ore 20,30 Per informazioni e visite guidate telefonare ai seguenti numeri: 0982/94663 Casa 0982/94046 Municipio dalle ore 08,00 alle ore 12,30. e-mail: anna.visca@virgilio.it e-mail: annavisca27@libero.it





Informazioni Utili

Comune Tel. +39 0982 90093
Carabinieri Tel. +39 0982 94341
Guardia Medica Tel. +39 0982 90064
PosteTel. +39 0982 94091
Farmacia Dr. Oliverio Angela Tel. +39 0982 90180

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