Papasidero

E’ situato a 210 mt. Sul livello del mare. Il suo territorio ha un’estensione di kmq. 54,65. E’ attraversato dalla SS 504 (Scalea - Mormanno); dista 22 km. dalla SS 18 e 21 km. dalla A3. La sua popolazione al Luglio di quest’anno è di 1.370 abitanti.

Storia

E’ situato a 210 mt. Sul livello del mare. Il suo territorio ha un’estensione di kmq. 54,65. E’ attraversato dalla SS 504 (Scalea - Mormanno); dista 22 km. dalla SS 18 e 21 km. dalla A3. La sua popolazione al Luglio di quest’anno è di 1.370 abitanti. Stazione CC: Mormanno, Pretura e Tribunale: Castrovillari. Appartiene dal 1980 alla diocesi di S. Marco Argentano, dopo essere stato compreso in quella di Cassano Jonio per circa dodici secoli. L’economia è oggi assai povera, anche se in passato l’attività silvo-pastorale ha dato un relativo benessere. Il suo stemma, ricavato dal Catasto Onciario del 1782, è il seguente: d’azzurro ad una montagna di tre vette sormontata da tre stelle d’oro raggiante di otto. Feste patronali: in maggio S. Maria di Costantinopoli; in giugno, S. Antonio; in agosto, S.Rocco. Ha tre frazioni: Avena, Tremoli e Montagna. La prima è un antico borgo medioevale, ricordato la prima volta in un documento del 1324 dove viene menzionata la piccola chiesa della SS. Trinità tuttora esistente. Ad Avena è nato Gerolamo di Avena (XVI sec.), Provinciale di Calabria Citra dei frati minori cappuccini. A Papasidero hanno avuto i natali Anselmo e Onofrio da Papasidero, frati agostiniani del XVII-XVIII sec.; Giuseppe Battaglia, vescovo di Montemarano (provincia di Avellino) dal 1658 al 1669; gli abati Carlo Paolino (1723 – 1803) e Francesco Mastroti (1777 – 1847), umanisti; Giovanni e Sebastinao Paolino, rispettivamente connestabile e medico di corte dei Borboni; Genesio da Papasidero (XVIII sec.), pittore; Vespasiano Grisolia, prefetto reggente la sottoprefettura di Castrovillari; Giovanni Grisolia e Vincenzo Ferraro, generali dell’esercito; Giuseppe Vacchiano, antifascista. Papasidero (dal greco “prete Isidoro”) è sorto probabilmente intorno al XII secolo. Il primo documento che lo menziona è un giudizio del 1152. I riferimenti della sua storia vanno ricercati soprattutto nel monachesimo basiliano, le cui vicende hanno interessato larga parte del Mezzogiorno. Un centro di vita monastica di notevolissimo rilievo fu, a questo proposito, l’eparchia mercuriese (X-XIII secolo), che comprendeva, all’incirca, la zona compresa tra gli attuali Laino – Orsomarso – Scalea. Papasidero, in posizione centrale nell’eparchia , ha conservato ricordi vivissimi e concreti di quella vicenda storica. Non solo nel nome, ma in cognomi, toponimi, idronomi, etimi dialettali, chiese, conventi. Parecchi i cenobbi basiliani, oggi scomparsi, disseminati nella zona e che hanno lasciato traccia di sé nella toponomastica: ( S. Angelo e S. Stefano nell’attuale contrada “Massa”, S. Elia, S. Nicola da Trenulo, S. Pietro il Grasso nelle località omonime. S. Nocaio in loc.tà vernitu, S. Ianni. Associazione Pro-loco “Papasidero Valle del Fiume Lao” – Piazza Umberto I°, 2 87020 Papasidero – Cosenza 2 I santi monaci che operarono in questi luoghi sono tra i più insigni della religiosità bizantina: S. Saba e S. Macario, S. LeoneLuca di Corleone e il celeberrimo S. Nilo di Rossano. Per quanto riguarda le chiese di origine bizantina vanno citate S. Maria di Costantinopoli, S. Costantino e S. Sofia. Per il periodo anteriore al 1000 non abbiamo notizie del paese. E’ stata avanzata l’ipotesi (mai confermata) della derivazione di Papasidero dalla colonia greca di Scidro, fondata dai Sibariti l’indomani dalla sconfitta ad opera dei Crotoniati nel 511 a. C..E’ certo, tuttavia, che i Sibariti risalivano il fiume Lao (dal greco “popolo) per portarsi dal versante ionico a quello tirrenico. L’altro fiume che attraversa il paese affluendo poi nel Lao è il S. Nocajo che prende il nome dalla località dove era ubicato un cenobio fondato da S. Luca (la lezione corretta è, infatti, S. Lucajo, da cui poi è derivato S. Nucajo e, infine , S. Nocajo).





Cosa vedere

La grotta della Manca
Si apre nella parete della montagna sita nel versante di tramontana o mancuso (da cui il nome) del Riparo del Romito. I saggi di scavo, condotte dal professore Santo Tinè dell‟Università di Genova nel 1963/65, hanno rilevato un deposito limitatissimo costituito da frammenti di ceramiche di tipo appenninico. Uno solo di essi risulta decorato “con banda incisa riempita da fitti punti e formante un meandro semplice” (Tinè). Quest‟unico frammento decorato, associato agli altri non decorati (capeduncole, olle, anse) ha fatto datare il giacimento a un periodo di transizione tra la fase appeninica e quella subappeninica. Il rinvenimento, assieme a quelle delle grotte di Sant‟Angelo III a Cassano allo Jonio e della Madonna a Praia a Mare, permette di includere anche la Calabria Settentrionale nellarea di espansione della civiltà appenninica. Anche nella Grotta del Romito, nei brevi depositi a ceramiche conservati lungo la parete, sono stati rinvenuti pochissimi frammenti attribuiti alla stessa età.

Cappella di Santa Sofia:
l’epoca di costruzione è collocabile tra il XII e il XIV secolo mentre gli affreschi
sono di epoca più tarda e risalenti con ogni probabilità, al XIV – XV secolo.
Questa piccola costruzione a pianta quadrata è una ulteriore testimonianza del
monachesimo greco.
All’ interno conserva un ciclo di affreschi che raffigurano:
• Sulla parete centrale, in un polittico, la Deposizione del Cristo, con a destra le
Sante Maddalena e Lucia e a sinistra S. Apollonia; • Sulla parete destra, S. Rocco, S. Biagio e la Vergine di Costantinopoli in trono;
• Sulla parete sinistra, S. Sofia (in fotografia), S. Pietro e S. Paolo;
Santuario di Costantinopoli:
E‟ una testimonianza del monachesimo basiliano. Ha pianta a T a tre navate e incorpora un affresco di circa mt. 2x3, interamente sulla roccia e databile intorno al XV secolo. Il Santuario poggia sulla riva destra del Lao ed ha sul lato destro un campanile a base quadrata con cuspide a piramide. Il dipinto raffigura la Madonna omonima, meglio conosciuta presso gli asceti basiliani come l’ Odigitria (dal greco “guidatrice”, in quanto guida alle loro peregrinazioni). Ai suoi lati sono genuflessi i Santi Cirilio e Atanasio. Il primo ricordato per essersi battuto, nel Concilio di Efaso del 431, contro l’eresia nestoriana, il secondo contro l’arianesimo nel Concilio di Nicea del 325. L‟epoca dell‟affresco è collocabile tra il XIV-XV secolo. L’originaria cappelletta, che vide crescere le sue dimensioni intorno al 1665, subendo due successivi ampliamenti sul finire del Settecento e poi verso la prima metà dell‟Ottocento, risale all’epoca normanna. Il culto della Vergine di Costantinopoli fu deciso dal popolo di Papasidero in una pubblica adunanza in piazza il 20 maggio 1665, dopo che la Madonna lo aveva preservato dalla peste. In quell’occasione fu riconosciuta patrona del paese, al posto di S. Rocco ritenuto compatrono. Chiesa di S. Costantino
La chiesa parrocchiale ci riconduce anch‟essa al monachesimo greco, non tanto per il nome, quanto perché rifatta in epoca normanna sulle basi di una precedente costruzione di certa origine bizantina. E‟ stata resa nel modo attuale nel 1779. Fu elevata a parrocchia nel 1510, unitamente alle chiese di Avena e della Madonna delle Grazie, annessa a un convento omonimo ora scomparso. Innalzata a croce latina a una navata, ha abside pentagonale e presenta all’altezza del presbiterio (come si vede nella foto) una cupola sormontata da lanterna. I lavori di ampliamento e abbellimento, iniziati nel 1779, terminarono, per la scarsità dei fondi, il 30 giugno 1846. L‟architettura interna, tipicamente settecentesca, è opera di Michele Forte di Salerno. Oltre alla fonte battesimale e due acquasantiere tardo - medievali, conserva sette tele di soggetto religioso diverso, di cui una raffigurante S. Costantino e un‟altra S. Francesco e S. Domenico di scuola napoletana del „600. Quest‟ultima era conservata nella chiesa di S. Elia, cui proveniva forse da un convento di frati conventuali, soppresso nel 1652. Chiesa di San Pietro il Grasso: Ricorda i tratti architettonici dell’arte bizantina. Non si conosce la data di costruzione ma sembra risalga al XIII secolo. E‟ una chiesa molto bella, interessante e ben conservata. Chiesa di S. Rocco
Chiesa di S. Rocco (regola della congregazione di San Rocco ) Originariamente molto piccola, fu ricostruita più grande per la cresciuta venerazione per il Santo, eletto dal popolo di Papasidero con patrono del paese accanto alla Madonna di Costantinopoli. La festa si S. Rocco si celebra in Agosto e rappresenta un richiamo per i papasideresi che, per motivo di lavoro, risiedono all'estero o in altre regioni d'Italia.





Cosa fare

Le feste:
•Festa di San Francesco di Paola la terza domenica dopo Pasqua con processione religiosa.
•Festa patronale della Madonna di Costantinopoli il martedì dopo la Pentecoste con processione religiosa e incanto di animali per offerte alla Madonna.
•Festa di S. Antonio da Padova la prima domenica dopo il 13 giugno con processione religiosa e benedizione dei pani che vengono offerti annualmente da persone come ex voti. Tradizionale sfilata delle travi lungo la strada principale trainata dai buoi parati a festa e successivi incanto delle travi, il cui ricavato va alla festa.
•Festa della Madonna delle Grazie la prima domenica di luglio in c.da Avena con processione religiosa.
•Festa del Sacro Cuore la seconda domenica di luglio in c.da Tremoli con processione religiosa.
•Festa della Madonna del Carmelo il 16 luglio, festa campestre con processione religiosa e pic-nic nei pressi della Cappella.
•Festa patronale di San Rocco la prima domenica dopo il 16 agosto, processione religiosa, fiera e fuochi pirotecnici.

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