Orsomarso

Le origini sono molto antiche, dal punto di vista dell'etimologia, tutti gli studi rimandano ad una radice comune "ABYSTRON" che era l'antica colonia Achea situata sulla prospiciente fascia costiera. Il termine comunque è annotato in un documento del vescovo di Policastro risalente al X secolo, anche se la parte riguardante la Torre dell'orologio, il castello e l'ex convento, riconducono all'epoca della conquista della Calabria da parte dei Romani. Dopo la vittoria su Pirro a Benevento (275 a.c.) i Romani con a capo il console Curio Dentato, consolidarono la loro espansione spostandosi a Sud e occupando i territori attualmente appartenenti alla Lucania e alla Calabria.

Storia

I Romani si trovarono a combattere contro un popolo audace, che abitava sulle montagne; si dovettero, così, costruire delle roccaforti man mano che l'esercito avanzava. Quella che si può ancora vedere sul costone roccioso dell'Orologio è, probabilmente, una di queste.
All'anno 1042 risale invece il documento riguardante la definizione di una controversia per la definizione dei diritti di proprietà su alcuni territori ricadenti nell'area mercuriense. Del collegio giudicante faceva parte fra gli altri lo spatarocandidato imperiale "Oursos Marsos" che era in quel momento il Tur- marca dell'Eparchia del Mercurion. Secondo lo storico Venturino Panebianco in età normanna, avrebbe dato il suo nome latino al nucleo urbano intorno al castello. Ma potrebbe anche essere il contrario.
In epoca alto medievale importanza fondamentale assume anche per Orsomarso il monachesimo greco, divenuto poi noto come Basiliano. L'arrivo dei monaci coincise con l'avanzata dell'Islam in Asia Minore e in Egitto e con la persecuzione iconoclasta degli imperatori d'Oriente a partire dal VI sec. d. C.
Il periodo di maggiore splendore e diffusione del monachesimo greco si ebbe intorno al X sec. e interessò una vasta area geografica in territorio calabro - lucano, detta appunto Eparchia Monastica del Mercurion. Testimonianze di questa importante presenza sono i ruderi sparsi un po' ovunque nel territorio e in particolare la chiesetta di S. Maria di Mercuri con il caratteristico abside rivolto a Est, la chiesa di S. Sofia (oggi dedicata a S. Leonardo), la grotta - santuario di S. Michele o dell'Angelo, ma anche i numerosissimi toponimi di evidente derivazione bizantina. Nel corso del medioevo e fino al periodo napoleonico, la terra di Orsomarso ebbe alterne vicende: Nel 1262 la fortezza , insieme con il casale di Mercurio, fa parte dei possedimenti di Martino e poi di Bertuccio Vulcano, gia signori del castello di Abatemarco, sito presso l'odierna S.Maria del Cedro. Mentre il feudo di Orsomarso appartiene a Costantino Minutolo successivamente nominato Genarale dei Balestrieri del re Carlo I d'Angiò. Mercurio farà parte di Orsomarso il 21 settembre del 1439, allorquando venne elencato tra le terre e i castelli compresi nella contea di Lauria che Alfonso d'Aragona conferma a Francesco Sanseverino. A Francesco successe Barnaba Sanseverino a cui nel 1489 venne sequestrato da Francesco II il solo feudo di Orsomarso, che venne venduto a Perrotto Bisach. Si ha notizia che nel 1538 Barnaba, figlia di Perrotto, porta in dono Orsomarso a Silvestro Tomacello. Nel 1580 Orsomarso venne venduta al Marchese don Ferrante Alarson per 35.000 ducati.
Il 1613 è l 'anno in cui i Sanseverino venderanno il feudo di Abatemarco e con esso, quello di Orsomarso a Gian Pietro Greco. Di questo signore si sa che si trovò coinvolto in una sollevazione popolare, provocata dalle pesanti tassazioni imposte dal re di Napoli. Nel 1668 il feudo, che comprendeva Grisolia, Rione Abatemarco, Cipollina, Ursomarso e Marcellino, passa ad Andrea I° Brancati di Napoli. La famiglia Brancati ne terrà il possesso fino alla eversione della feudalità. Orsomarso è un piccolo borgo di origine medievale, situato a 120 metri s.l.m., a pochi chilometri dalla costa Tirrenica. E’ attraversato dalle limpidissime acque del Fiume Argentino, prima della confluenza nel Lao. Fa parte del Parco Nazionale del Pollino. Conosciuto per le straordinarie bellezze naturali ed artistiche, è meta ogni anno di migliaia di visitatori provenienti da ogni parte d'Europa e del mondo. Seminascosto fra alte rocce di natura carsica e immerso in boschi
di macchia mediterranea, con la sua splendida Valle del Fiume Argentino, (riconosciuta come “Sito di interesse comunitario” con la Direttiva “Habitat” dell’Unione Europea), nella quale è stata istituita la Riserva Naturale Orientata “Valle del Fiume Argentino” (Zona di Protezione Speciale), Orsomarso è uno degli angoli più selvaggi ed affascinanti del meridione d’Italia. Nel suo territorio troviamo la presenza del capriolo autoctono, ultimo esemplare della specie “capreolus capreolus”, del lupo appenninico, dell’aquila reale, della lontra, del tasso, dell’istrice, del picchio nero, del falco pellegrino, del gufo reale, del corvo imperiale e della coturnice. Inoltre, numerosi esemplari di pino loricato e pino nero, eccezionalmente uniti come avviene nella penisola Balcanica, dai mille metri in su, aggrappati a pareti rocciose calcaree, su monti “sospesi tra fantasia e realtà quasi inafferrabili”, così come definiti dal noto naturalista Franco Tassi, che si affacciano su profonde vallate di straordinaria bellezza. Vasti piani carsici a pascolo, ricoperti da una grandissima varietà di erbe officinali, fiori e delicatissime orchidee, lembi di bosco in cui sopravvive anche qualche esemplare isolato di abete bianco, piccolo miracolo della natura. La popolazione di Orsomarso vive da sempre un rapporto particolare con questa natura aspra, selvaggia e così ricca e varia; un legame inscindibile che è profondamente radicato ed è stato trasmesso quasi naturalmente alle nuove generazioni, un atteggiamento di profondo rispetto che ha consentito di salvaguardare un patrimonio di inestimabile valore. Analoga valenza naturalistica, viene rappresentata dalla presenza di numerose grotte di origine carsica di eccezionale bellezza, sia per l’ubicazione dei loro ingressi, tra paurose balze rocciose che si alternano alla fitta macchia mediterranea, sia per l’aspetto dei loro ambienti interni. Tra le più importanti, da ricordare quella del “Frassaneto” che domina dall’alto di un ripido strapiombo la valle del Fiume Argentino e “Valle Palazzo”, situata al culmine di uno scosceso canalone tributario del Lao, lunga oltre 400 metri ed attraversata da un torrente sotterraneo nei periodi fortemente piovosi, formando, nella parte terminale un piccolo laghetto. A tratti, il concrezionamento erompe in tutto il suo splendore, con stalattiti e stalagmiti dalle forme insolite, colate a forma di meduse che esplodono dalle pareti ed esilissime cristallizzazioni emergenti dalle vaschette d’acqua presenti al suolo. Riveste invece, grande rilevanza di carattere storico-artistico e culturale, la grotta dell'Arcangelo S. Michele, con all’interno resti di affreschi bizantini, situata nella località “Simara”, quale dimora di San Nilo da Rossano, che dal 940 al 952/53, visse da eremita. In questo straordinario scenario, dove la natura, la cultura, la storia e l’arte hanno sempre affascinato il visitatore, grazie alla presenza dei suoi due fiumi Argentino e Lao, è possibile praticare sport fluviali, come rafting, canoa, hidrospeed, canyoning ed arrampicata sportiva.





Cosa vedere

Luoghi di interesse storico, artistico e culturale
- chiesa di S. Maria di Mércuri, del secolo X. La chiesetta è l'unica testimonianza dello scomparso abitato di Mercourion, di origine altomedievale, e degli cenobi ed eremi che lo circondavano in epoca medioevale. Formata da un'unica navata e con un'abside semicilindrica. Lungo le pareti ci sono sedili in muratura che utilizzavano gli antichi monaci greci (basiliani). Vi si trova una statuetta della Madonna, plasticata in manta di gesso, in cui si fondono gli attributi della madonna Odigitria e della madonna Coronata. - parrocchia di S. Giovanni Battista, nella piazza centrale del paese, costruita nel sec. XVII sui resti di una cappelle medievale. All'interno due tele con due Sante incoronate da angeli di Francesco Antonio Collimodio, pittore locale del '600 e numerose altre tele dell'arte del '600 e '700 meridionale. La chiesa contiene otto altari in marmi policromi del XVIII secolo, un organo dipinto ed un coro ligneo. - Frammento del portale lapideo scolpito, XII sec. - Colonna mozza, quale basamento sacrificale, di epoca romanica;
- Grotta di S. Michele o dell'Angelo ed eremo di S. Nilo, località Timpone Simara;
- Ruderi del Castello di Mercurion X sec. si hanno notizie del fortilizio fin dagli inizi del secolo XIV;
- Mulino ad acqua, nei pressi della chiesetta di S. Leonardo;
- Cappella di S. Cosimo di origine bizantina;
- Convento Francescano edificato su resti di Cenobio Basiliano del X sec. circa, fondato nel 1610, venne chiuso dopo il terremoto del 1783;
- Chiesa di S. Leonardo e resti di cenobio basiliano del X sec, già intitolata a S. Sofia;
- Grotta di S. Michele o dell'Angelo ed eremo di S. Nilo, località Timpone Simara;
- torre dell'orologio con punto panoramico.

Partendo da Scalea e percorrendo la statale lungo la valle del Lao, al km 13 si incontra l'area del MERCURIO, con questo termine si definisce una collinetta a strapiombo sul Lao. Risalendola a piedi il viaggiatore ha subito modo di notare le mura che circondano il Mercurio, molto rudimentali. La cittadina, probabile rifugio degli abitanti rivieraschi intorno al mille, era chiaramente a più strati con in alto il castello; vera roccaforte sul promontorio roccioso se ne perdono le tracce intorno al 1500. Rimane intatta la chiesetta, anche se ha subito vari e maldestri rifacimenti. Vi si venera l'immagine della Madonna del Mercurio molto antica, solenne e severa; è la classica rappresentazione della Madonna con Bambino in trono, è in terracotta, gli occhi di vetro le furono aggiunti nel ‘600. La chiesa presenta vari strati di intonaci, su uno degli strati abbiamo delle tracce di affresco. Nella scritta sulla sinistra si attesta che la chiesa apparteneva alla diocesi di Tempsa. Le capriate sono state rifatte da poco da artigiani locali, che hanno ripresentato lo stile della chiesa di San Fantino. La cappella è costruita nel luogo classico della spiritualità orientale, in mezzo alla natura, poco distante dalla città fortificata. Il monaco viveva un rapporto privilegiato con il creato e nel creato: con alcuni elementi tipici come il bosco, il fiume ed, in questo caso, l'immensità del mare, la bellezza dei colori delle albe e dei tramonti, la bellezza di Dio. Continuando per Km 3,5 si giunge a ORSOMARSO (m. 120). Situato ai piedi del roccioso timpone Simara, è ricordato dal XIII secolo con il nome di Ursomarcius, feudatario del tempo. Immerso in una delle aree più belle del parco del Pollino, suscita un vero interesse per le bellezze del paesaggio, soprattutto lungo l'Argentino. Nella parte centrale del paese è la parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. Sorta sui resti di due cappella medioevali, se ne intravede la presenza nella sagrestia e nel campanile. E' stata totalmente rifatta nel 1700. All'interno si trovano molte opere di pregevole fattura artistica: due tele con santi incoronati da angeli del ‘600 e numerose altre tele del ‘600 e del ‘700 tra le quali Madonna in trono tra angeli e santi, Cristo in trono tra i santi Giovanni e Pietro, Battesimo di Gesù, San Vincenzo Ferreri e devoti. Ha inoltre otto splendidi altari in marmo policromo del XVIII secolo; importanti sono l'organo e il coro ligneo. Nel soffitto del presbiterio vi sono quattro affreschi: Natività, Adorazione dei magi, predicazione e decollazione del Battista. Molto interessati le acquasantiere e il fonte battesimale. Nella sagrestia si conserva una pergamena del 1575 e su una parete di un ambiente attiguo affreschi della prima metà del XV secolo: Madonna del soccorso, Santo Martire, Maddalena e due angeli reggicortina. Nella parte alta del paese è la chiesa del SS. Salvatore. Nel coro vi sono una tela raffigurante la Trasfigurazione, delle tele del ‘700 napoletano con San Gennaro, San Biagio, San Gregorio Magno,San Tommaso Apostolo, e numerose altre, tra cui notevoli un San Francesco d'Assisi e un Gesù percosso. Nel soffitto dell'abside si ammira la Sacra famiglia, in un altare della navata Santa Filomena (statua lignea del XVIII secolo); il pavimento del presbiterio è di maiolica colorata. Sulla parete dell'ambiente attiguo si ha un affresco del ‘600 raffigurante San Michele Arcangelo e Santi. In sagrestia vi sono un piatto di rame di arte norimberghese del XV secolo con rilievo di San Giorgio e la dama, un ostensorio d'argento del XVIII secolo, una Croce processionale d'argento del 1698 e frammenti di un portale romanico in pietra.

Luoghi di interesse naturale
- Questo comune è sede della Riserva Naturale Orientata "Valle del Fiume Argentino", pertanto costituisce il punto di partenza ideale per molti itinerari escursionistici che si possono svolgere in questa porzione del Parco nazionale di cui fa parte. Tra questi si possono evidenziare il trekking lungo le gole del torrente Argentino o l'emozione delle discese in canoa o del "rafting" lungo le rapide del vicino fiume Lao. Si tratta di una delle aree più affascinanti del sud Italia. La natura selvaggia domina incontrastata con boschi ricchissimi di una vegetazione tra le più varie, dove spicca il pino loricato, ed una fauna che ospita gli ultimi esemplari di capriolo autoctono. Il soprassuolo vegetale è costituito da un'eccezionale varietà di tipologie. Bosco ceduo, alto fusto, alta e bassa macchia mediterranea si alternano senza soluzioni di continuità su tutto il territorio, con centinaia di essenze diverse che rappresentano un po' tutta la flora arborea ed arbustiva delle varie regioni mediterranee. A partire dal pino loricato, che vegeta lungo i confini nord-orientali, si possono trovare: il faggio e l'abete bianco, che scendono fino ai 200 metri di quota nelle innumerevoli vallette che interessano l'orografia della riserva; frassino maggiore e minore; cerro; acero montano e opalo; carpino bianco; ontano napoletano e nero; nocciolo; noce; ciliegio selvatico; castagno; leccio; maggiociondolo; farinaccio e numerosi salici, distribuiti ovunque nella valle dell'Argentino. E ancora: le ginestre, di Spagna e dei carbonai, il ginestrone, l'erica arborea e scoparia, il corbezzolo, il mirto, il sambuco, il lentisco, la fillirea, il ginepro comune ecc. Grazie a questa mescolanza ed ai vari habitat che si vengono a creare, anche la fauna che popola la riserva è ricca e varia. La presenza di gran lungo più importante è quella del capriolo autoctono. Gli ultimi esemplari di questa specie, indigena delle montagne appenniniche calabresi, vivono in un comprensorio molto limitato di cui la valle dell'Argentino è il cuore. La sua presenza è attualmente stimata in alcune decine di capi. Sono inoltre presenti cinghiali, volpi, lepri, faine, martore, donnole, ricci, scoiattoli neri, numerose specie avicole con importanti colonie di rapaci diurni e notturni. - Laghetto di Tavolara. - Cascata Ficara. - Pietra Campanara, un parallelepipedo di roccia alle pendici del Palanud; - Sorgenti: Canale Tufo, Suglie Maretto, Ceraseo, Quagliarone; - Fiume Argentino; - grotta madonna di Lourdes. La statua è posta in una grotta ricca di stalattiti. Notevole anche la visuale panoramica.





Cosa fare

Le feste:
•Il 1° gennaio concerto di Capodanno a cura del complesso bandistico.
•Il 20 gennaio festa patronale di S. Sebastiano con processione religiosa.
•Ultimo giorno di Carnevale: sfilata in maschera per le vie del paese.
•Il 18 Marzo vigilia di S. Giuseppe, con accensione di falò e distribuzione di panini, frittelle e vino.
•Il 19 marzo festa di S. Giuseppe con distribuzione di pane benedetto nella chiesa. Alcuni devoti preparano un pranzo chiamato "u mmito" principalmente a base di legumi, tagliatelle, riso, verdura, "savuza" (fette di zucchine essiccate), baccalà fritto e pane casereccio.
•La seconda domenica di maggio festa della Madonna di Mercuri con processione religiosa.
•La domenica successiva al 13 giugno: festa di S. Antonio con processione religiosa e mercato.
•Festa del Corpus Domini: processione con il SS. Sacramento per le vie del paese addobbate con lenzuola e coperte, fiori di ginestre, petali di rosa, salvia.
•L'ultima domenica di luglio festa di S. Anna con processione e mercato.
•Il 14 agosto celebrazione della SS. Messa alla grotta della Madonna di Lourdes.
•Il 15 agosto festa Madonna dell'Assunta con processione religiosa e fiaccolata.
•L'ultima domenica di settembre festa dei Santi Cosma e Damiano con processione religiosa e mercato.
•Il 13 dicembre Santa Lucia con processione religiosa, fuochi d'artificio e mercato.
•Intorno al 20 dicembre: allestimento presepe in piazza Municipio e tutte le sere festa intorno al fuoco fino all'Epifania.

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