San Nicola Arcella

San Nicola Arcella, la perla della Calabria
Le origini di San Nicola Arcella provengono dalla cittadina di Scalea, la quale, venne fondata dai superstiti di Lavinium, antica città romana, sorta alla foce del fiume Lao, dopo la distruzione della città “LAOS” che fu assalita dai barbari del nord.
La popolazione di Lavinium, fu costretta dalle condizioni igieniche (la malaria che infestava la piana del Lao) e dalla necessità di difendersi dalle incursioni saracene, a rifugiarsi sulle alture vicine, dando origine nei tempi bizantini, “alla Scalea ed al Casale di questa San Nicola Arcella” ( Oreste Dito). L’antica denominazione del borgo originario era in realtà San Nicola dei Bulgari. Solo nel 1912 assunse...

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Cosa vedere

San Nicola Arcella
Arco Magno
:
La spiaggia di San Nicola Arcella Arcomagno è sicuramente una delle destinazioni più apprezzate dell’alto tirreno calabrese e tra le spiagge più belle della Calabria. Uno sperone di roccia alta circa 100 metri sul livello del mare, offre un panorama mozzafiato sull’incantevole costa calabrese, abbracciando la vicina Isola di Dino e il circondario che comprendo l’intero golfo di Policastro.
La piccola spiaggetta della Marinella è la più vicina per arrivare all’Arco Magno di San Nicola Arcella, noto anche come Grotta del Saraceno. Un vero monumento naturale, scolpito dall’effetto erosivo del mare nel corso dei secoli.
Sappiate che la striscia di spiaggia della Marinella di San Nicola Arcella è occupata per la maggior parte dagli ombrelloni dei lidi che offrono servizio parcheggio auto, bar, ristorazione e ombrelloni. La parte centrale e la zona ubicata proprio ai piedi del costone roccioso è la spiaggia libera di San Nicola Arcella che si affolla, inevitabilmente, in poco tempo, soprattutto in alta stagione. Ma non demordete, un posto salta fuori sempre. Sulla stradina che costeggia il mare è presente un parcheggio a pagamento gestito da alcuni ragazzi.
Le spiagge libere di San Nicola Arcella sono davvero poche, come già detto e gli spazi si alternano tra i pezzi di lido privati. La spiaggia libera centrale è sabbiosa, mentre, al contrario, il tratto finale è costituito prevalentemente da ciottoli e parte di scogliera. La spiaggia finale, soprattutto per la presenza dei massi, è forse la preferita dai bagnanti, molto probabilmente per le vicinanze con il costone roccioso e la Grotta dell’Arco Magno o del Saraceno.

Cosa fare

Festa Patronale
San Nicola da Tolentino 9-10 Settembre

BIOGRAFIA SAN NICOLA DA TOLENTINO
Nacque a Sant’Angelo in Pontano, in provincia di Macerata , nel 1245,da Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani, gente pia, forse di famiglia nobile.
La leggenda della sua vita rappresentata da un pittore grottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra che i suoi genitori, su consiglio di un angelo, si fossero recati a Bari, in pellegrinaggio alla tomba di San Nicola di Mira o di Bari , per avere la grazia di un figlio.
Ritornati a Sant’Angelo ebbero il figlio adorato.
Nicola,divenuto ormai giovane, entrò nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino e venne fatto canonico della chiesa di San Salvatore. Ascoltando una predica di un eremita agostiniano sulla frase latina “Nolite dirigere mundum ,nec ea quae sunt in mundo,quiamundus transit et cuncupiscenzia ejus”(non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza),avvertì la chiamata alla vita religiosa.
Implorò l’eremita di ammetterlo nel proprio ordine, e i suoi genitori acconsentirono con gioia. Prima della sua ordinazione venne mandato in diversi monasteri e fu un modello di generoso impegno verso la perfezione.
Molteplici sono gli episodi della vita di San Nicola che sono stati tramandati con devozione a testimonianza della sua fede:
-Nel tragitto da Sant’Angelo a Tolentino, imponendo le mani, impedì il crollo di una parte della cinta muraria.
-Il “ponte del diavolo di Tolentino” così chiamato, in ricordo della leggenda, secondo cui il diavolo stipulò un patto con San Nicola, dicendogli che avrebbe costruito un ponte in una sola notte in cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avesse attraversato. Il santo accettò, e a costruzione ultimata benedisse il ponte.
Il primo a passare di lì fu un cane, a cui il santo gettò del cibo, costringendo l’animale ad attraversare il ponte. Il diavolo tentò invano di distruggere a forza di cornate il ponte, ormai benedetto.
-Durante la sua permanenza nel monastero di San Ginesio, San Nicola era solito portare del cibo ai mendicanti in segreto dai suoi superiori. Venuto a sapere dell’espediente, i frati lo bloccarono chiedendogli cosa portasse. Il santo rispose “petali di rose!” scrollando le maniche dalle quali uscirono petali di fiori.
-Durante il cammino, San Nicola era solito fermarsi a pregare in una zona di campagna nelle vicinanze di Sant’Angelo. In quel punto fece sgorgare un piccolo pozzo, dal quale abbeverarsi. Le fontanelle di San Nicola, smettono di sgorgare, se un animale si abbevera da esse, fino a quando non vengono nuovamente benedette dal sacerdote.

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