In sintesi
- 🏁 Race for Glory: Audi vs Lancia
- 📺 Rai 2 HD, ore 21:20
- 🚗 Film che racconta la leggendaria rivalità tra Audi e Lancia durante il Campionato Mondiale Rally 1983, con un approccio realistico e appassionato tra adrenalina, storia vera, cultura dei motori e grandi personaggi.
Race for Glory: Audi vs Lancia, Stefano Mordini, Daniel Brühl e Volker Bruch accendono la serata di Rai 2 HD il 19 settembre alle 21:20 con una prima visione che è già evento cult per appassionati di motori e cinefili. Il film, uscito nel 2024, ci riporta nel cuore ruggente del Campionato Mondiale Rally 1983 – una delle stagioni più leggendarie nella storia dell’automobilismo. Preparatevi a vivere rivalità, adrenalina e nostalgia retrò in un racconto che mescola passione per il motorsport e cinema d’autore.
Race for Glory: Audi vs Lancia, tra mito, storia vera e sprint italiano
Race for Glory: Audi vs Lancia prende vita dall’iconico duello tra l’innovazione teutonica dell’Audi, guidata dal carismatico Roland Gumpert, e la grinta tutta italiana della Lancia sotto la direzione di Cesare Fiorio. Sin dai primi minuti, lo scontro non si gioca solo su pneumatici e motori, ma anche sulle strategie, sulle notti insonni dei box, sulle pressioni politiche e sulla psicologia spinta al limite dei protagonisti. Il film non segue la solita formula hollywoodiana “buoni vs cattivi”, ma mette davvero a nudo cosa significhi rischiare tutto – non solo per battere un avversario, ma per lasciare un segno tangibile nella storia dello sport e della tecnologia.
Stefano Mordini, regista che ama l’aderenza al reale, ha confezionato una pellicola fedele fino al dettaglio, corroborata da una sceneggiatura scritta a otto mani (con Riccardo Scamarcio, Filippo Bologna e Frank John Hughes), traendola da interviste, archivi storici e testimonianze dirette. Il bello è proprio questo: qui il rally non è scenografia, ma vero campo di battaglia culturale. Se siete anche solo un po’ nerd dell’automobile, impazzirete per la cura filologica delle auto originali – non repliche, ma pezzi veri di storia – e per le inquadrature sulle polverose curve di quei rally leggendari.
Cast, atmosfere di Rush e impatto culturale del Rally 1983
Impossibile non partire dalla performance di Daniel Brühl. Dopo aver vestito i panni di Niki Lauda in “Rush”, torna ai motori ma con una prospettiva diversa: quella del manager. Il suo Cesare Fiorio non è solo un uomo di numeri e logistica, ma un visionario, capace di infiammare lo spirito degli uomini della Lancia, portando il team al limite sia in termini tecnici che emotivi. Volker Bruch, collaudato talento tedesco visto anche in “Babylon Berlin”, si cala nei panni del tenace Gumpert, guida razionale e strategica dell’Audi, incarnando con intensità il significato di “mentalità tedesca” così come la intendeva il mondo dei rally di quei tempi.
Il film vanta anche due attrici come Katie Clarkson-Hill e Haley Bennett, che arricchiscono le dinamiche di squadra mostrando quanto in realtà la storia del rally sia maschile solo all’apparenza, ma costruita su menti geniali e talenti spesso invisibili. Mordini, del resto, raggiunge qui forse la sua regia più “internazionale”, con una produzione che coinvolge Italia, Gran Bretagna e Irlanda e si fregia di location autentiche e dettagli maniacali.
Cosa aspettarsi? Grana, olio e… emozioni vere
- Le auto storiche – Un vero feticcio per i puristi: le Lancia 037 e le Audi Quattro S1 originali fanno battere il cuore!
- Tensioni reali – Consulenti dell’epoca e partecipazioni di ex-piloti regalano una componente da “docufilm” che non stanca mai.
- Riferimenti pop – Anche chi non conosce a menadito i fatti può apprezzare le citazioni e il confronto diretto con “Rush” e “Ford vs Ferrari”, in chiave tutta europea.
Una delle scelte più godibili è quella di restituire il rally anni ’80 come era davvero: per niente patinato, anzi, polveroso, viscerale, quasi punk. Le corse diventano uno sfondo per esplorare le personalità dei protagonisti; non mancano i momenti lirici, in cui la velocità si trasforma in poesia meccanica e i gesti dei piloti, dei meccanici, degli ingegneri diventano coreografie di sopravvivenza.
Impatto culturale: la fine dell’epoca romantica e la rivoluzione Audi Quattro
L’arrivo dell’Audi Quattro, con la trazione integrale, viene spesso citato nel film come l’alba moderna del rally e la fine del periodo dei “garagisti coraggiosi” come la Lancia. Il clima di sfida ricorda la rivalità Ford vs Ferrari, ma con il fascino rude delle strade europee e il sapore agrodolce di un’epoca che sarebbe stata cancellata dai grossi capitali della Formula 1 e dalle sponsorizzazioni miliardarie.
Race for Glory fa quello che poche fiction sportive italiane sono riuscite a fare: restituisce dignità a un pezzo di storia industriale e sportiva italiana, riaccendendo la discussione su quanto lo sport sapesse ancora essere umanità, follia e passione. E portare tutto questo in prime time su Rai 2, con una narrazione che unisce cronaca, poesia e rigore, non è affatto scontato.
Perché vederlo?
- Per scoprire che le grandi sfide non vivono solo su circuiti blasonati ma anche tra officine improvvisate e curvoni fangosi.
- Per lasciarsi affascinare da due modelli di pensiero (quello tedesco e quello italiano) oltre la caricatura, ma anche oltre il semplice “tifo”.
- Perché racconta, senza mitizzare, l’ultimo periodo romantico dei motori. E forse, anche di noi spettatori.
In definitiva, Race for Glory: Audi vs Lancia è molto più di un film sportivo: è una sfida col tempo, con la memoria e con l’evoluzione della tecnologia. Stasera, sul divano, è un appuntamento imperdibile per chi ama il racconto epico dei piccoli che sfidano i giganti, e per chi sogna ancora di sentir rombare una Lancia nei boschi d’Europa. Sotto la polvere del rally, c’è tutta la nostalgia di un’epoca che non tornerà – ma che, per una sera, la Rai ci regala di rivivere.
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