Scalea

Tracce archeologiche fanno risalire i primi segni umani sul territorio al tempo degli Enotri. Durante l'epoca romana divenne centro di villeggiatura, e sul territorio sorsero diverse villae marittimae. Al tempo dei bizantini e normanni la costa fu abbandonata, e si sviluppò la vecchia Scalea, protetta da mura e con quattro porte di accesso, sormontata da un castello, in origine rocca longobarda, ingrandito da Ruggero d'Altavilla intorno al 1060.

Storia

Lorenzo Giustiani, viaggiatore erudito del XVIII secolo, descrisse così la città vecchia:
« Questa città tiene 4 porte, una è detta porta di mare, la seconda è detta porta del ponte, da un antico ponte, in cui vi si vede un pezzo di artiglieria; la terza porta di Cimalonga, in cui vi è una torre che serve oggi da carcere e la quarta porta del forte. Nella sommità si vede il suo antico castello quasi diruto coi suoi baluardi e fossi e vi è un pezzo di artiglieria che i vecchi del paese si ricordano diesservene stati molti. Pochi passi lungi dalla porta di mare, verso settentrione, alla sommità di una deliziosa collina, si vede un'antichissima torre detta di giuda, che dovea servire di specola al suddetto castello. »
(Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico del Regno di Napoli, Napoli 1802.)
Nel settecento la città aveva solo una piccola frazione, San Nicola (oggi San Nicola Arcella), poiché nel secolo precedente Santa Domenica (oggi Santa Domenica Talao) si era emancipata. Buoni erano i commerci e le produzioni:
« Tiene un comodo e sicuro porto per le barche da carico e sul fianco sinistro evvi una torre edificata in una penisoletta ai tempi di Carlo V con tre pezzi di cannoni, alla cui custodiason alcuni soldati invalidi con il loro alfiere. Al lato destro di esso porto vi sono poi molti scogli che si estendono per piùdi tre miglia e sonovi delle grotte da passo in passo, e tra queste una è chiamata la grotta della pecora nella quale sono annidati molti colombi selvaggi. Il suo territorio confina verso oriente con quello di Papasidero, dal nord con quello di Aieta e da sud con quello di Abatemarco ed Ursomarzo. Al lato destro della città vi passa un ruscelletto che quasi lambisce la porta di mare. Tiene un lago detto il Pantano, di quasi un miglio di circuito e finalmentenei confini a distanza di tre miglia tiene un altro fiume chiamato della Scalea, che ha la sua origine da Laino, il quale raccoglie molte acque in tempo di pioggia, e sebbene ricorre molto profitto per la coltura di esso territorio, irrigandone dei cittadini i loro fondi, pure alle volte vi cagiona del dannocolle sue inondazioni. Produce in abbondanza grano, grano d'india, legumi ed ogni sorta di frutti ed ottimi vini. I melloni di pane e di acqua vi riescono assai buoni ed anche le cipolle che èin gran capo di commercio con i paesi vicini. I fichi e le uve zibibi sono pureeccellenti che poi secche ne fanno un gran smaltimento con i Genovesi, Livornesi ed anche cogli inglesi, venendoli a caricare o nel porto di S. Nicola, territorio di essa città o sull'isola Dino di Aieta. Il suddetto Pantano e il fiume, detto di Scalea, danno delle anguille e deicefali agli abitatori; ma il mare è quello che somministra loro gran quantità dipesci e frutti di mare che raccogliono dalla suddivisata scogliera.
Non vi sono boschi, essendo stati resi tutti a coltura e soltanto vicino al fiumevi è una selva detta "I salici" che gli fa fronte, trattenendo le acque che non sboccassero nei territori in tempo di abbondanti piogge. Vi è caccia di lepri, volpi e lupi, specialmente in luogo che chiamano Vannefora, e non vi mancano gli uccelli soprattutto nel suddivisato lago intempo d'inverno e per le campagne delle beccacce, starne, ecc… Vi è una regia dogana col suo cassiere, libro all'incontro, credenziere e vice-segretario. Tiene un casale detto San Nicola Arcella, la cui popolazione unita a quella della nostra Scalea ascende a tremila individui. » (Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico del Regno di Napoli, Napoli 1802.) Durante la seconda guerra mondiale fu bombardata. Dagli anni 60' le poche case che costituiscono l'attuale centro storico vennero progressivamente abbandonate e gli abitanti iniziarono a costruire edifici nuovi occupando la zona a sud del nucleo originario e tale processo proseguì fino agli anni 90' quando assunse l'attuale fisionomia. A partire dal nuovo millennio venne costruito l'aeroporto (ancora poco utilizzato) e la piscina comunale che è entrata in funzione nel mese di settembre 2012. Attualmente è in progetto la realizzazione di un porto che stando agli attuali progetti dovrebbe sfruttare parte dello spazio antistante la Torre Talao. L'economia attuale di Scalea è principalmente basato sul turismo estivo quando la popolazione addirittura triplica.








Cosa vedere

I ruderi del Castello Normanno

La parte alta di Scalea antica (centro storico) è dominata dai ruderi del Castello Normanno del XI° secolo, che fu costruito dai Normanni laddove sorgeva una rocca longobarda .Nel 1250 vi nacque Ruggiero di Loria che divenne grande ammiraglio della flotta angioina e aragonese; le sue gesta e la sua spiccata personalità colpirono anche la fantasia del Boccaccio che nel Decamerone, ricorda la sua figura e il suo paese natio. Il Castello per anni, fu dimora di molti feudatari, tra cui Guglielmo d’Altavilla. Alla fine del XVIII° secolo fu abbandonato e ben presto andò in rovina. Del Castello, ricostruito in epoca Angioina e Aragonese, avanzano i ruderi delle torrette, dei baluardi e del maschio centrale.

Palazzo dei Principi Spinelli

Il sontuoso Palazzo dei Principi, di epoca feudale, per lungo tempo di proprietà della famiglia Spinelli, fu venduto alla fine del periodo feudale dagli eredi Spinelli. Il palazzo presenta numerose camere adibite, in consuetudine del tempo, ai ricevimenti regali ed per le occasioni lussuose immensi saloni erano lo sfondo di raffinati incontri, nonché varie manifestazioni culturali. Gli ospiti potevano omaggiarsi degli affreschi presenti nelle sale di stampo seicentesco. Oggi il palazzo è di proprietà del comune di Scalea ed è adibito a biblioteca comunale.

Palazzetto Normanno detto l'Episcopio

Il Palazzotto Normanno detto d’ Episcopio (sec. XII) urante la dominazione angioina divenne una vera e propria fortezza militare e ove vi nacque un importante e illustre personaggio, Ruggero di Lauria.

Palazzo Pallamolla

Il Palazzo Pallamolla, nella quale abitarono i Pallamolla che si trasferirono a Scalea nel XIV secolo per sfruttare l’economia commerciale del tempo attraverso il traffico marino. In tempi più recenti fu sede della caserma dei Carabinieri, poi durante l’ultimo conflitto fu adibito a caserma per i soldati della difesa costiera.

Torre Cilindrica di Cimalonga

La Torre Cimalonga del secolo XV, costruzione cilindrica di stile aragonese, un tempo carcere mandamentale e ora sede dell’antiquarium che custodisce interessanti reperti archeologici provenienti dagli scavi dell’antica città del Laos.

Torre Talao

Torre Talao del sec. XVI, costruita nel ‘500 sopra un isolotto ora arenato al cui interno sgorgava acqua sulfurea e divenuta, negli anni, prima presidio militare, poi cenacolo di artisti e intellettuali.

Grotte Torre Talao

L'isolotto della Torre Talao, dominato dall'omonima torre aragonese ed oggi completamente inglobato nella terra ferma, è caratterizzato dalla presenza di cavità naturali che hanno offerto riparo a gruppi di cacciatori e pescatori del Paleolitico Medio. Forse queste grotte costituiscono il più importante complesso musteriano della Calabria (contemporaneo all'uomo di Neanderthal caratterizzato da strumenti di pietra differenziati nell'uso e più perfezionati). Sicuramente è quello che ha segnato l'inizio delle ricerche sul Paleolitico Calabrese. Il complesso ha anche avuto la sorte di essere, ad oltre un secolo dalla scoperta, pressoché sconosciuto.

Le 4 Porte di Scalea

Lorenzo Giustiani, viaggiatore erudito del XVIII secolo, descrisse così la città vecchia di scalea con 4 porte, una è detta porta di mare, la seconda è detta porta del ponte, da un antico ponte, in cui vi si vede un pezzo di artiglieria; la terza porta di Cimalonga, in cui vi è una torre che serve oggi da carcere e la quarta porta del forte (porta militare).

La Petrosa

bellissimo posto per poter osservare tutto il panorama della valle del lao

Chiesa di Santa Maria d'Episcopio

La Chiesa di Santa Maria d’Episcopio, che gli scaleoti chiamano la “chiesa di sopra”, nel centro storico, al cui interno è venerata la patrona della città, la Madonna del Carmine, e che è di stile Normanno. Vi si trovano un pregevole crocifisso e una scultura di San Domenico, in legno, entrambi del XV secolo, la tela dell’”Annunciazione” attribuita alla scuola di Solimena, e la tela della “Circoncisione” di Paolo de Matteis del XVII secolo.

Chiesa di San Nicola in Plateis

La Chiesa di San Nicola in Plateis è invece definita la chiesa “di sotto”. Questa chiesa è stata realizzata sui resti dell’antica cappella bizantina tra l’VIII e il IX secolo e custodisce il sarcofago dell’ammiraglio angioino Ademaro Romano, nativo di Scalea e la tomba del filosofo cartesiano Gregorio Caloprese, anch’egli di Scalea, maestro del Metastasio.

Chiesa della Madonna del Lauro

La chiesa situata nella parte nuova dell'abitato ma edificata nel XVIII secolo. La sua storia è legata alla statua della Madonna che i marinai di Meta di Sorrento donarono a quelli di Scalea per esser scampati ad una tempesta a largo delle coste della città. La chiesa, è chiamata anche Madonna del Lauro perché, secondo una tradizione, la Madonna comparve ad una donna del luogo ai piedi di un lauro.

Ruderi di Chiese Basiliane

A Scalea, nella Chiesa dello Spedale, (ruderi del convento francescano) si ritrova invece una fase più evoluta dell’arte bizantina. Quando cioè essendo subentrato, nel secolo XI, il dominio normanno, si tese a interpretare il formulario bizantino quasi come “istrumentum regni” del nuovo regime; dando adito ad un repertorio fisso e già tutto consegnato nelle forme che s’espresse in uno stile ieratico e composto. Collocata nella parte alta dell’abitato di Scalea, la chiesa fu scoperta, ancora una volta casualmente, nel 1967; quando tra calcinacci e ruderi di mura emerse d’incanto tutta una serie d’affreschi di brillante cromia che rivelò volti scavati di santi ed iscrizioni antiche. L’attributo di “spedale” farebbe pensare all’uso basiliano di ricevere in un luogo sacro malati e pellegrini; ma forse tale titolo è solo invalso di recente.








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