Paola

Storia

Paola ha origini assai remote, soprattutto confuse, perché nessuno storico è riuscito a stabilirne il periodo di nascita e l'etimologia del nome. Alcuni sostengono che derivi da Patico, altri che sia stata fondata da Lucio Paolo Emilio, altri ancora da un nome di donna; ed, infine, c'è chi asserisce che si tratti di una città enea, probabilmente per il vino che vi si produceva. Lo storiografo Romano Napolitano, invece, asserisce che il nome di Paola deriverebbe dalla parola latina Pabula (terra da pascolo). Il Dr. Leonardo Iozzi autore del libro "Spigolando su Guardia Fuscaldo e Paola sostiene che il nome di "Paula" viene citato in un privilegio del 1907 del Duca di Puglia e di Calabria, Ruggiero, figlio di roberto il Guiscardo. Detto diploma riguarda le donazioni fatte dal Duca e da altri signori a Guglielmo abate di Sant'Angelo di Mileto.Tra i vari donatori figura un certo Crasso che offre un suo villano: Et hos dedit Bonus Crassus: Mule de Paula cum filius. Un altro atto ufficiale del 1110, conferma che Sica, moglie del normanno Roberto di Bubum, che era Signore di Fuscaldo, fece una congrua offerta ad alcuni religiosi che si erano insediati nella zona dell'attuale Badia perché fondassero il Monastero Catino di santa Maria della Valle Giosafat e delle Fosse ed esercitassero il loro ministero anche nel territorio della chiesa di San Michele. Sotto gli Svevi, comunque, Paola comincia ad assumere una propria dimensione che andrà sempre più sviluppandosi. La famiglia Ruffo, infatti, fu la prima a godere su di essa diritti feudali e quando il Conte Antonio Ruffo mori lasciò due figlie: Polissena e Novella. Polissena nel 1418 sposò Francesco Sforza, divenuto poi, duca di Milano, e portò in dote Paola e altri paesi vicini.
Ma poiché al suo decesso non lasciò figli, Paola fu riannessa alla proprietà paterna. Allorché la sorella di Polissena, Novella, duchessa di Sessa contrasse matrimonio con Marino Marzano, ebbe in dote Paola. Ma il marito successivamente, si ribellò a Francesco I e fu, quindi, spogliato del feudo di Paola che rimase incorporato nel fisco regio. All'inizio del secolo VI, però, cominciò la vendita delle località fiscalizzate e Paola fu acquistata dagli Spinelli di Fuscaldo, i quali governarono su di essa per circa tre secoli. Intanto viveva, in quel tempo, in Paola, Francesco d'Alessio che sarebbe stato poi proclamato, dopo la morte avvenuta in Francia nel 1507 Santo.
Lo sviluppo della Città s'identificherà sempre di più nelle vicende di questo Frate eremita che raggiunse - per santità e per saggezza - un'importanza europea. Paola nel 1494 e nel 1496 fu proclamata "Città" da Alfonso II e Ferdinando II d'Aragona e tale titolo le fu confermato da Filippo II, Re di Spagna. Il 2 luglio 1555 essa fu assediata dai Turchi, comandati da Dragut Rais, il quale, dopo averla saccheggiata e incendiata, assali il Convento dei Minimi fondato da san Francesco e ne approfittò da predone. Ripresasi, la Città continuò a vivere come gli altri paesi della Calabria, ma andava sempre più ingrandendosi, crescendo pure in importanza. Il 18 ottobre del 1806, Paola subì l'occupazione da parte dei Francesi, i quali la incendiarono e saccheggiarono il Santuario che restò deserto. In seguito alla legge emanata da Gioacchino Murat, nel 1809, il protocenobio dei Minimi fu soppresso, nonostante la sua importanza. Dopo il congresso di Vienna (1815) fu restaurato il Regno Borbonico nelle due Sicilie e Paola entrò nelle grazie di Ferdinando I. Il 10 settembre del 1844 il Re Ferdinando II di Borbone e la Regina Maria Teresa d'Austria, visitarono la Città per voto. Successivamente il Re tornò con il principe ereditario il 29 ottobre 1852. Paola partecipò al movimento di Garibaldi, ma per la città non passò il Condottiero dei due Mondi, passarono invece, i Garibaldini che ebbero aiuti persino dal Comune e proprio dall'attracco di Paola si imbarcarono le truppe al comando dei generali Nino Bixio e Giacomo Medici per raggiungere Garibaldi a Napoli. Prima che fosse installata la ferrovia Paola-Cosenza (1910 c.a), infatti, presso le rive della Città si svolgeva un traffico di viaggiatori e merci per mezzo di piroscafi provenienti da Napoli e Messina e viceversa.
Grandi meriti vanno riconosciuti pure ad alcuni Ordini religiosi che, insediando nella Città complessi architettonici di rilievo, svolsero anche attività religiose e culturali in favore della Comunità paolana. Oltre ai Minimi (che vi sono tutt'ora), infatti, operarono in Paola gli Agostiniani, i Cappuccini, i Domenicani, i Gesuiti ed i religiosi dell'Ordine di S. Maria di Valle Giosafat che furono i primi a stabilirvisi. I sovrani del passato,e gli uomini politici di oggi, hanno fatto di Paola un punto di riferimento nella regione, mentre il Pontefice Giovanni Paolo II, nella sua visita pastorale in Calabria (ottobre 1984), ne ha fatto, per due notti consecutive, il luogo del riposo e della preghiera. La Città è gemellata con Frejus (Francia) dal 1983, cinquecento anni dopo che S.Francesco attraverso la cittadina francese, salvandola dalla peste.








Arte e Cultura

San Francesco di Paola

La sua vita fu avvolta in un'aura di soprannaturale dalla nascita alla morte. Nacque a Paola (Cosenza) nel 1416 da genitori in età avanzata devoti di san Francesco, che proprio all'intercessione del santo di Assisi attribuirono la nascita del loro bambino. Di qui il nome e la decisione di' . ' indirizzarlo alla vita religiosa nell'ordine francescano. Dopo un anno di prova, tuttavia, il giovane lasciò il convento e proseguì la sua ricerca vocazionale con viaggi e pellegrinaggi. Scelse infine la vita eremitica e si ritirò a Paola in un territorio di proprietà della famiglia. Qui si dedicò alla contemplazione e alle mortificazioni corporali, suscitando stupore e ammirazione tra i concittadini. Ben presto iniziarono ad affluire al suo eremo molte persone desiderose di porsi sotto la sua guida spirituale. Seguirono la fondazione di numerosi eremi e la nascita della congregazione eremitica paolana detta anche Ordine dei Minimi. La sua approvazione fu agevolata dalla grande fama di taumaturgo di Francesco che operava prodigi a favore di tutti, in particolare dei poveri e degli oppressi.
Lo stupore per i miracoli giunse fino in Francia, alla corte di Luigi XI, allora infermo. Il re chiese al papa Sisto IV di far arrivare l'eremita paolano al suo capezzale. L'obbedienza prestata dal solitario costretto ad abbandonare l'eremo per trasferirsi a corte fu gravosa ma feconda. Luigi XI non ottenne la guarigione, Francesco fu tuttavia ben voluto ed avviò un periodo di rapporti favorevoli tra il papato e la corte francese.
Nei 25 anni che restò in Francia egli rimase un uomo di Dio, un riformatore della vita religiosa. Morì nei pressi di Tours il 2 aprile 1507. Il Santuario di San Francesco sorge nella parte alta e collinare della cittadina, in una valle costeggiata da un torrente e ricca di vegetazione. È meta di pellegrinaggio da tutto il sud Italia, specialmente dalla Calabria, di cui San Francesco è patrono. Custodisce parte delle spoglie del Santo (le restanti si trovano a Tours in Francia). Davanti al Santuario vi è un ampio piazzale, al limite del quale si erge la facciata principale del tempio. A destra dell'ingresso principale, vi è un arco tramite il quale si accede alla parte laterale del santuario, in cui si trovano l'ampia basilica moderna (inaugurata nel 2000) e la fonte della cucchiarella, alla quale risalgono bere i pellegrini. Accanto a questa è esposta una bomba inesplosa, caduta nel torrente accanto al Santuario durante un bombardamento anglo-americano nel mese di agosto del 1943, che non danneggiò il Santuario. Continuando si accede al Ponte del Diavolo ed ad un sentiero al termine del quale si trova un luogo che fu rifugio del Santo nei suoi anni giovanili. Entrando nel Santuario per l'ingresso principale, si accede a due ambienti semi-aperti iniziali. Nel primo sono conservate diverse lapidi, datate fra il XVI ed il XX secolo, che ricordano varie ricorrenze ed eventi riguardanti il Santuario, mentre il secondo è il vero pronao della basilica antica: a destra si trova il portale di accesso alla basilica, a sinistra vi è un affaccio sul torrente e sull'adiacente convento, ed avanti vi è l'ingresso al chiostro ed al romitorio del Santo e la cella del beato Nicola. La basilica antica, in stile romanico, risalente al XVI secolo, è composta da un'ampia aula principale piuttosto spoglia e da un'unica navata laterale a destra, lungo la quale si aprono quattro cappellette, che ha il suo culmine nella sontuosa cappella barocca che custodisce le poche reliquie di San Francesco pervenute a Paola, fra cui alcuni suoi abiti e frammenti di ossa. Nel chiostro del Santuario, chiuso verso l'esterno con vetrate, si trova il roseto del Santo, che costituisce oggi un folto giardino, e ospita lungo le sue pareti interne affreschi raffiguranti i principali episodi della vita del Santo, molti dei quali legati a leggende. Adiacente ad esso è il romitorio di San Francesco, un insieme di angusti spazi sotterranei che costituirono il primo nucleo di cenobio per il santo e per i suoi confratelli. Fra il chiostro e la basilica antica si erge il campanile del tempio.

I 5 luoghi dei miracoli da visitare al Santuario di San Francesco di Paola
Il Santuario di San Francesco di Paola è uno dei luoghi di fede e cultura più visitati del Sud Italia ed in particolare in Calabria. La fama del Santo Protettore di Calabria è nota in tutto il mondo ed ogni anno in occasione dei festeggiamenti a lui dedicati (dall’1 al 4 maggio), migliaia di fedeli accorrono a rendergli omaggio. Noi di Scopri la Calabria vogliamo guidarvi alla scoperta del Santuario, attraverso il percorso dedicato ai miracoli compiuti da San Francesco. Ecco le cinque tappe alle quali non potrete rinunciare:

Il Macigno


Il Macigno San Francesco di Paola

Il Macigno all’ingresso della Basilica una grossa pietra, ormai logorata dal passare del tempo, rappresenta uno dei tanti miracoli compiuti dal Santo. Essa simboleggia la guarigione di un infermo che portò il masso dal mare fino al Santuario e man mano che camminava si accorse della guarigione della sua gamba.

La Fornace

La Fornace veniva utilizzata da San Francesco per far cuocere il materiale necessario alla costruzione della basilica e del convento. Sede anch’essa di miracoli, si narra che il Santo entrò nella fornace ardente per ripararla e ne uscì illeso, senza alcuna scottatura. Un altro miracolo avvenne nella fornace: San Francesco riportò in vita l’agnellino Martinello, che era stato mangiato dagli operai affamati i quali avevano gettato le ossa nelle fiamme.

La Fonte della Cucchiarella


La fonte San Francesco di Paola

La Fonte della Cucchiarella questa tappa ricorda il miracolo secondo il quale questa fonte fu fatta sgorgare dal Santo per dissetare gli operai che lavoravano alla costruzione del santuario. L’acqua che fluisce da questa fonte è miracolosa, si narra che vi fu gettata la lisca di una trota che tornò in vita. La cosa molto curiosa è che l’acqua mantiene sempre lo stesso livello.

Il ponte del Diavolo


Il ponte del diavolo San Francesco di Paola

Il ponte del Diavolo: è il luogo maggiormente suggestivo del Santuario. Si narra che sia stato costruito dal Diavolo per ordine del Santo, il quale in cambio chiese l’anima del primo passante. San Francesco in quel momento fece passare un cagnolino ed il Diavolo adirato tirò un calcio al parapetto a sinistra, provocando un foro nel centro del ponte e si poggiò sulla parete a destra lasciandovi un’impronta.

La Bomba


La Bomba San Francesco di Paola

La Bomba al termine del percorso dei miracoli, in una cavità del muro, è possibile scorgere l’involucro di una bomba, che cadde nel torrente durante i bombardamenti del 1943 e che rimase inesplosa. Quando fu disinnescata, gli addetti ai lavori dichiararono che fu un miracolo la sua inesplosione.








Cosa vedere



Fontana dei sette canali

Ai piedi di una scalinata nel centro storico di Paola si trova la Fontana dei sette canali, dalla forma particolare. L'origine della fontana è poco chiara, si presume da alcuni documenti che nel '500 avesse dodici cannelle e secondo la leggenda, sarebbe stato San Francesco a farvi sgorgare l'acqua per permettere al padre di dissetarsi.la sua struttura ricorda la forma di un ventaglio aperto, riferimento alla coda del pavone, animale simbolo della cittadina. la struttura ha due bracci decorati da sette riquadri che rappresentano i sette miracoli più celebri della vita di San Francesco. Sotto ogni ritratto è posto un protome in pietra della cui bocca sorga l'acqua che poi viene canalizzata in una vasca semi circolare, sopra la quale vi è un ottavo grande riquadro con il ritratto del Santo. Sopra il quadro sono posti lo stemma della famiglia Spinelli, ai due lati ed al centro un pavone.

Chiesa di Sotterra di Paola

La Chiesa ipogea di Sotterra è una delle più antiche della Calabria, edificata intorno al VIII secolo in località Gaudimare; oggi è sovrastata in gran parte dalla chiesa del Carmine (in foto). Dopo la costruzione, subì diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, fino a scomparire, forse in epoca cinquecentesca, a causa di eventi franosi o per una copiosa alluvione del torrente Palumbo. Fu riscoperta nel 1876, in modo fortuito, da alcuni contadini del luogo, che ridiedero luce dopo secoli di oblio e strati terra all’antica basilica. La chiesa, ritenuta da diversi studiosi una cripta, è un edificio a navata unica, sormontato da una volta a botte, suddivisa da tre archi in quattro campate, e un abside semicircolare. Sotterra è affrescata con figure bibliche dai colori vivaci e dai molteplici stilemi artistici, che sono ritenuti i più antichi dipinti della Calabria cristiana.

La Chiesa di San Giacomo

La Chiesa di San Giacomo, in stile neoclassico è uno degli edifici religiosi più importanti di Paola . Realizzata agli inizi del XVIII secolo venne fortemente danneggiata dal terremoto del 1783 rendendo necessaria una profonda ristrutturazione. La facciata presenta una scalinata in tufo con pilastri in pietra lavorata, resasi necessaria per colmare il dislivello creato dai lavori di tre portali, mentre su quello centrale è posto un timpano con all'interno una statua di Maria Assunta. All'interno della chiesa, in stile barocco napoletano, presenta una pianta basilicale a tre navate. Le due navate laterali e l'abside sono state ricavati durante la ristrutturazione da antichi sottopassaggi ed utilizzando i ruderi degli edifici adiacenti. Gli altari presenti nella chiesa sono undici e su tutti tranne due è posta una tela che ritrae soggetti sacri.

DUOMO

Nel centro storico di Paola, al culmine di una scalinata, vi è la chiesa matrice dell’Annunziata, considerata il Duomo della città del Cosentino. L’edificio fu costruito in epoca normanna, come dimostrano alcuni fregi più antichi, ma l’impianto della struttura fu completamente ricostruito nel Quattrocento in stile gotico: gli affreschi più antichi risalgono proprio al XIV e XV secolo e sono stati oggetto di un recente restauro che ha permesso di riportarli alla luce. Diversi furono i rimaneggiamenti, il più importante dei quali nel Settecento che conferì alla Chiesa un aspetto baroccheggiante. Tale caratteristica è visibile già nelle decorazioni della facciata in tufo locale, che presenta due volute oggi purtroppo non ammirabili pienamente per via dello stipite della cappella del Purgatorio e della copertura dell’antistante pronao. L’interno, a tre navate, è molto più ricco. Le arcate che le suddividono sono sorrette da pilastri in tufo in stili diversi secondo i canoni più puri dell’architettura gotica, a cui rimandano anche le finestre ogivali in stile pre-rinascimentale. Il bell’altare maggiore è sormontato da una pala raffigurante l’Annunciazione della Vergine in olio su tavola ed impreziosita da una cornice in legno dorato che pare sia opera del Santafede, artista calabrese del Seicento. Sono molte altre le opere pittoriche presenti nella chiesa e risalenti ai secoli XV e XVIII, attribuite ad artisti come Francesco Curia, Giuseppe Pascaletti o Dirck Hendricksz. Pregevole anche il coro in legno, finemente intagliato con fregi barocchi da artigiani fuscaldesi a fine Settecento. Nell’adiacente Cappella della Confraternita del Suffragio troverete, tra le altre cose,una scultura dell’Ecce Homo ed una tela di Maria del Suffragio. A destra, invece, troverete il battistero in legno con base in pietra lavorata al cui interno è custodito il fonte battesimale anch’esso in pietra decorata e con croci gemmate.

CHIESA DEL ROSARIO

Giunti a Paola nel 1615, su richiesta del marchese Tommaso Francesco Spinelli, i Gesuiti v’eressero poco dopo un collegio ed una chiesa; che si sostentavano con le rendite loro devolute. Il collegio, iniziato nel 1632 ed ultimato nel 1644, fu sede, fino al 1767, d’uno studium; dove s’impartiva, a titolo gratuito, l’istruzione elementare e superiore “per formare cittadini e sudditi alla pietà ed alle lettere”. Il Beltrano (1671) osservava che “per magnificenza di fabbriche è uno dei migliori, che ebbi la Provincia”; mentre il Pacichelli (1693) lo descrisse “polito con due bracci di Camere, e loggia in vista di mare” e munito di “acqua fluida al Refettorio e di Giardino”. La chiesa, intitolata al SS. Rosario, fu ultimata circa l’anno 1690; ed ebbe ulteriori lavori di completamento fino al 1742. Il progetto dei lavori fu concepito, nel 1620, dal senese Padre Pietro Provedi (1562-1623): architetto dell’Ordine per la Provincia Napoletana dal 1604; già attivo a Napoli, con Giuseppe Valeriano, alla Chiesa del Gesù Nuovo ed alla Chiesa dell’Immacolata; ed autore pure della Chiesa del Gesù di Castellammare di Stabia (1614). Alla sua morte, nel 1623, gli subentrò il nuovo titolare, Padre Agazio Stoia (1592-1656); che riformò il disegno del collegio e perfezionò quello della chiesa. La Chiesa di Montevergine è ubicata in Piazza del Popolo, all’ingresso del centro storico. Secondo la narrazione popolare fu edificata dopo il rinvenimento di un’icona della Madonna Nera ai piedi della Torre. Dopo il ritrovamento, l'icona fu portata presso il convento di Sant’Agostino, ma al mattino seguente fu nuovamente ritrovata ai piedi della torre, senza che nessuna l’avesse spostata. Dopo questi segni, ritenuti prodigiosi, il popolo paolano decise di edificare questa chiesa. La chiesa, probabilmente, edificata in origine in stile gotico, attualmente presenta una facciata in stile barocco, opera di Niccolò Ricciulli di Rogliano. All’interno, presenta: un soffitto realizzato con volta a crociera e costoni in tufo, appartenenti alla struttura originaria; l' icona della Madonna di Montevergine con Bambino; dipinti del '500; un organo ad armadio della metà '700.

Torre del Castello di Paola

La Torre del Castello di Paola sorge su di una struttura rocciosa che sovrasta la città di Paola. E’ una torre di forma cilindrica posta su un bastione quadrangolare edificata come avamposto di controllo costiero della costa, in stretta cooperazione che le altre torri dell’epoca. La Torre del Castello ha una prima struttura di forma quadrangolare in cui può essere tranquillamente inquadrata la classica motta normanna sulla quale è edificato il dongione, che è ciò che viene identificato, con la torre cilindrica. "La Torre venne a costituire nel corso dei secoli il centro fisico di una modellazione artificiale che trasformò l'aggregato roccioso iniziale, in una complessa articolazione di vani, cortili, terrazzi, camminamenti e poderosi bastioni, che all'antica struttura isolata sostituirono l'identità di una vera e propria "rocca". Un sistema ben riconoscibile di scale e di varchi di accesso consentiva i collegamenti con i nuovi ambienti, ora scomparsi, a partire dal primo livello della Torre. Il processo avvenne lento ma costante nel tempo e soprattutto nel XVI secolo si ebbe la completa definizione del sistema di cinta perimetrale, già iniziato in età aragonese, con la costruzione dei muri di fortificazione e degli speroni d'angolo, caratterizzati dal classico andamento a "scarpa", della cordolatura maracapiano e dal taglio delle feritoie e delle caditoie, eseguiti questi ultimi in materiale lapideo del luogo. L'ingresso principale fu realizzato lungo il lato a monte, ove si nota ancora murato il sontuoso portale dall'ampio varco, significativo delle notevoli dimensioni complessive dell'intero sistema architettonico. Non mancarono in tale periodo problemi di natura militare per la forte presenza Ottomana lungo le coste calabresi, le cui audaci azioni determinarono sicuramente dei gravi danneggiamenti al Castello poiché, come già ricordato, nel 1555 la flotta Turca comandata dall'Ammiraglio Dragut distrusse la città e costrinse addirittura Isabella di Toledo, figlia del Viceré Pietro e signora di Paola, a rifugiarsi seminuda a Montalto, come ricorda Gabriele Barrio."

Arco di San Francesco di Paola

L’Arco di San Francesco è l’ingresso principale per accedere al centro storico di Paola, viene detto anche: Maggior Porta o Porta di San Francesco. Fu realizzato nel '500, in tufo, per volere dei marchesi Spinelli di Fuscaldo. Oltre alla porta d’ingresso principale, sono presenti due ingressi laterali, di minori dimensioni, sormontati da due scudi; sull’ingresso principale è posta la statua marmorea di San Francesco di Paola. Tra l’ingresso principale e quelli laterali, sono presenti quattro feritoie, due per lato, utilizzate in passato per le armi da fuoco a difesa della città.

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