Maierà

L’origine della denominazione Maierà non è del tutto chiara, ci sono due correnti di pensiero, che in ogni caso non danno una conferma certa.
La prima sostiene che il nome Maierà derivi dalla parola ebraica M’ara, che significa grotta, proprio per la presenza di cavità naturali nell’area; la seconda invece, fa derivare la denominazione dal greco Makhairas, che significa coltellaio, supposizione possibile, in quanto il territorio fu abitato per secoli da monaci basiliani, che di fatto parlavano il greco.
Questa seconda ipotesi, trova riscontro anche nel manoscritto del 1750 di Francesco Antonio Vanni, maieraioto del tempo, notaio del conte Spinelli di Scalea; in cui descrive gli abitanti di Maierà “quali uomini impetuosi come coltelli”.
Inoltre, a sostenere l'ipotesi della derivazione greca, è anche un antico stemma che presenta un braccio che impugna un coltello che campeggia sulla dicitura “Universitas Macherae”.

Storia

Le prime tracce abitative certe nel territorio di Maierà risalgono ai monaci basiliani, che giunsero in queste terre tra il VI ed il VII secolo, provenienti dall’oriente. Questo dato, fa dedurre che queste terre in quel tempo erano spopolate o scarsamente popolate, poiché i basiliani, erano soliti edificare le loro lauree proprio in aree poche popolate, meglio dedite alla meditazione. A partire dall'XI secolo, si hanno le notizie di un primo impianto dell'abitato, edificato intorno al castello del luogo, dagli abitanti dell’area costiera. Il primo dei feudatari di Maierà fu un certo Roberto, che nel 1152 compare come Barone di Maierà.
Nel XIII secolo, Sotto Carlo d’Angiò, Maierà era sotto l’egida della famiglia Matera, che fece costruire la chiesa Madre.
Nel 1329 fu feudatario Ruggiero Sanbiase, signore di Verbicaro, avendo sposato Costanza Isabella Sangineto, signora di Maierà.
Nel XVI secolo furono signori di Maierà i Loria, che edificarono il Palazzo Ducale e ampliarono la Chiesa di Santa Maria del Piano.
Dai Loria, Maierà passò ai Perrone, poi ai Guerra, finché il feudo passò nel 1666 a Francesco Carafa e si trasformò in ducato.
I Catalano-Gonzaga furono gli ultimi feudatari di Maierà fino al 1806, anno in cui il governo francese decretò la fine della feudalità.
Nel 1811 al comune di Majerà, fu accorpato il territorio di Cirella, il cui borgo antico era stato distrutto nel 1808, dalle truppe francesi del Generale Massena.
Cirella si separerà spontaneamente nel 1876 per unirsi al comune di Diamante.





Arte e Cultura

Chiesa della Madonna del Carmine
E’una chiesa di piccole dimensioni, edificata poco distante dal centro del paese. Durante la festa della Madonna del Carmine, patrona di Maierà, che ricorre il 16 luglio, accoglie numerosissimi pellegrini.
Nei pressi della Chiesa, sono presenti i resti di un Arco Longobardo.
Chiesa di Santa Maria del Casale La Chiesa di Santa Maria del Casale è situata nel cimitero di Maierà. La prima edificazione, forse risale all’epoca normanna. E’ una chiesa ad un’unica navata rettangolare, e presenta un’abside semicilindrico.
Chiesa di San Pietroi Maierà La Chiesa di San Pietro, è una chiesa di piccole dimensioni.
Un tempo era parte integrante dell’Abazia Basiliana di San Pietro a Carbonara, una delle più antiche abazie basiliane della costa tirrenica cosentina.
Al suo interno è possibile ammirare l’altare e il crocifisso in legno, entrambe opere di un artista locale.
Ruderi Chiesa Basiliana di San Giacomo
Della Chiesa Basiliana di San Giacomo, restano solo poche rovine, identificabili nella mura perimetrali e la nicchia del santo. Sono resti della presenza dei monaci basiliani del VI e del VII secolo. Al tempo dell’edificazione della chiesa di San Giacomo, era presente anche un’altra chiesa, quella di San Sebastiano, della quale attualmente non è presente che il ricordo.





Cosa vedere

Museo del peperoncino

Il Museo del Peperoncino di Maierà è un piccolo museo situato nel Palazzo Ducale del centro storico di Maierà.
L'esposizione è stata realizzata nel 2002 dall’Accademia Nazionale del Peperoncino di Diamante, ed è dedicata interamente all’ortaggio per eccellenza della Calabria, il Peperoncino.
Sezioni del Museo
Il museo suddiviso in quattro sale, ognuna con un tema diverso il cui comune denominatore è il peperoncino.
La prima è la Sala Storica, in cui sono esposti i Pannelli Illustrativi sull’evoluzione del peperoncino, la sua cultura e il suo utilizzo presso i popoli nativi precolombiani; le Varietà di Peperoncino,
la Collezione di Salse di Peperoncino provenienti da ogni parte del Mondo, donata dal generale Carlo Spagnolo, primo cavaliere di sua Maestà il Peperoncino.
La seconda è la Sala del Ricettario, in cui sono esposti gli elementi illustrativi del Ricettario Medico del 1586, e una litografia raffigurante l’habanero, realizzata da Renato Guttuso.
La terza è la Sala della Satira, ricca di esposizioni satiriche sul peperoncino, realizzate da F. Cirillo.
La quarta è la Sala dell’Arte, in cui sono esposte opere d’arte realizzate sul peperoncino, con un’interessante opera marmorea che ritrae il gemellaggio tra il peperoncino di Diamante ed il pomodoro siciliano di Villalba.

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